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Moreno Quinti

 

La sua prima mostra a tredici anni in una collettiva scolastica a Livorno voluta dal suo Professore della Scuola Media, buon pittore, Mario Monaci (la sua opera fu premiata) ma, già alle Elementari il Maestro Elia Pacinotti, buon acquarellista, gli insegnò le basi del disegno e del colore, oltre che in classe, anche presso la sua abitazione.

Da allora non si è più fermato, coltivando, oltre alla pittura, la passione della scultura, in ferro, che porta  avanti da oltre vent’ anni.

Frequenta la Scuola Accademica a Firenze “Arcimboldo” del pittore Domenico Mileto; frequenta inoltre le botteghe di amici pittori per attingere le varie sfaccettature delle tecniche per la pittura.

Ha conosciuto illustri pittori come Possenti, Talani, Tammaro e tutta la corrente pittorica della propria città, Grosseto.

Oggi lascia la sua professione di Geometra professionista e interior design avendo raggiunto la maturità della pensione e finalmente il suo “primo amore”, la pittura, viene portato avanti con impegno senza interferenze alcune; si è ritirato nel tranquillo borgo di Buriano, Castiglione                                                                                                       della Pescaia, per sviluppare ancora di più la propria creatività.

Oggi, a sessantasette anni può vantare tante mostre collettive e personali e i suoi quadri e sculture si trovano in collezioni private.

Da alcuni anni le sue opere sono ammirate anche in Australia (Melbourne e Tasmania) in quanto durante l’ anno si trasferisce dal figlio e lì continua la sua creatività; in tanti hanno apprezzato i lavori del Maestro collocando quadri e sculture nelle proprie collezioni private. I bozzetti di questa mostra nascono proprio a Melbourne in due mesi di permanenza.

Critici e colleghi pittori hanno scritto su di lui apprezzandone le qualità.

Ed è questa mostra a proporre una serie di quadri e sculture così da portare agli occhi del fruitore l’ innata fantasia di Moreno Quinti; saranno proprio quei bozzetti “australiani” riportati sulla tela, il fulcro di questa esposizione così denominata “Esternazione” (oltre il colore).

La critica d’ arte Angiola Giorgi Andina per una recente mostra scrive del Maestro: < Alcuni miti primitivi narrano la nascita del mondo per opera di un fabbro divino, Dio umanizzato che costruisce le cose con le sue mani mentre l’ uomo le imita e modifica con un operazione inversa a quella della divinità creatrice. Sono miti che fanno risalire alla notte dei tempi quella che oggi noi chiamiamo “intelligenza manuale” connotato primario di tutta l’ opera di Moreno Quinti. Artista precoce, un po’ figlio d’ arte, si lascia guidare dal gusto per gli esperimenti che travalicano i confini della forma. Sembra che la sua inventiva insegua il progetto primordiale di un mondo parallelo in cui certe forze nascoste possano all’ improvviso liberarsi, proliferare in inedite giocose geometrie e sovvertire così i canoni del bello che condizionano i nostri occhi. Queste sue libere composizioni di forme e colori trasmigrano dalla tela all’ oggetto tangibile, quando per Quinti entra in campo la fascinazione dei legni, dei metodi e di qualunque mezzo che possa piegarsi alla sua volontà manipolatrice e assecondare il volo della sua fantasia.

Sfida a modo suo la società dei rifiuti con l’ Arte del recupero e rigenera nuova vita individuale servendosi di scarti della produzione di serie. Nascono così galli meccanici, uccelli in pericolante equilibrio, cavalli cresciuti da una spirale… un popolo di esseri voluti dal caso, un po’ vittime di un capriccioso DNA, 

esclusi dalla bellezza che desta ammirazione al primo sguardo. Eppure in loro Quinti ci rivela la poesia che si nasconde nelle esistenze più modeste, di cui il mondo non si accorge, ma dotate di una bellezza diversa, non convenzionale, la bellezza del vero >.

Tra le tante mostre, grande riscontro in quella collettiva internazionale svoltasi a Villa Bottini (Lucca) con artisti famosi come Nespolo, Staino, Talani e tanti altri famosi scultori e pittori provenienti da altre nazioni; ma mostre altrettanto importanti a Piazza di Siena in Roma, alle Giubbe Rosse e Santa Croce in Firenze, hanno confermato le doti del Maestro.

Questa mostra dovrà essere la dimostrazione dell’ evoluzione e della maturazione interiore che questo artista ha sviluppato con la continua pratica e ricerca dell’ arte, aiutandolo anche moltissimo a superare le asperità della vita, come questo grave momento epocale dovuto al Corona virus.