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Si avvicina all’arte qualche anno fa , ne rimane affascinata tanto che per perfezionare disegno e tecniche frequenta e si diploma al Liceo Artistico di Grosseto. Patrizia è un artista che non smette mai di mettersi in gioco con la sperimentazione e la prova di supporti e materiali pittorici, sempre alla ricerca per rendere “unici” i suoi lavori. La bellezza di una donna: una fuggente apparizione, tangibile nelle raffigurazioni di Patrizia Zuccherini , luminosa tanto da essere in conformità all’iconologia dell’immaginario collettivo , talvolta velata, ma più nella sua nudità, flessuosa e composta e…poi… l’anima, che si scopre in queste opere, che trascendono la realtà pura e semplice per addentrarsi a cantare la struggente bellezza dell’esistenza.

Incontrare le “Donne” della Zuccherini è…..”udire”… perché parlano, parlano di armonia, di sensualità insinuante, plasmata, parlano di riflessioni interiori ed esteriori, partecipando stati d’animo e turbamenti immaginati e complessi. Varie le tecniche: acquarello- olio- uso dell’aerografo – sabbiatura, ma più si evidenzia la capacità della pittrice in quel xerigrafare le immagini femminili su vetri neri, sui quali si stagliano bianche, avvolgenti, silhouttes morbide, conturbanti e “limpide”. E’ interessante riferirsi agli antichi greci, alla loro saggezza e alla loro piena e viva consapevolezza: in maniera “filosofica”, essi avevano posto in evidenza l’antitesi del bianco e del nero, in modo simbolico, fino a giungere, poi, nello scorrere dei secoli, alla teoria dei colori di Goethe che, in maniera davvero sorprendente, aveva definito il nero un “non colore”. La Zuccherini lo ammanta, efficacemente, di luce con le sue figure bianche, stilizzate, fluenti come piuma leggera, sviluppando la percezione di un “vero” rivisitato, compiuto, offrendo tenere e, al tempo stesso, forti emozioni: non potrebbero apparire, i suoi pannelli, come “finestre sull’anima”? Sì, sull’anima di ogni donna pronta, poi, ad ornarsi di abiti di un’eleganza sobria, scandita dalle tinte e dalle forme delicate ed avviluppate nei modelli che, ulteriormente, animano questa mostra personale, così come le sanguigne, gli acquarelli, gli olii, che l’arricchiscono e la completano con colori molto soffici e volutamente aspersi di sovrapposizioni tonali capaci. Il suo è stato ed è un percorso maturato nel tempo, nell’alterità, nel riconoscere un “Tu” che ne ascoltava la coscienza e le faceva avvertire intensa la presenza dell’alter-ego, appunto. E queste “donne” fluiscono numerose, si modellano nel suo intimo ed ognuna appare diversa, attuale, vissuta, da vivere attraverso una ricerca, quasi spasmodica,dell’essere femminile in quanto tale: un senso metafisico, infatti, sembra sprigionarsi dai corpi, dagli sguardi abbassati o attraenti, dagli atteggiamenti riflessi in uno specchio, che può apparire quello dell’anima, appunto, o nel riposare “garbato”, come vivendo al di là del tempo, in un’atmosfera che suscita proprio sentimenti poeticamente suggestivi e scaturiti dall’interiorità sensibile e creatrice dell’ autrice di queste interessanti realizzazioni d’arte. Giuseppina Scotti Critico d’Arte