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Il mio modo d’ insegnare

Insegno ritratto e figura, ma la cosa che ha più colpito le Università in cui ho insegnato, è l’uso di aghi esterni invece di una struttura interna rigida.

Si tratta di sostenere il blocco di argilla morbida con aghi, utili per il ritratto, la figura e qualsiasi forma astratta. In questo modo si può modificare in qualsiasi momento l’opera d’arte, basta togliere gli aghi, cambiare posizione e poi reinserire gli aghi.

Questo perchè l’idea è mutevole , cioè non è definita a priori, come si fa con un progetto ma è in divenire fino a quando l’opera non esprima l’idea. Soprattutto oggi , con l’arrivo di intelligenza artificiale e stampanti 3D, la cosa più importante non è la realizzazione di un progetto ma lo sviluppo di  quella idea che sta all’ origine: l’intuizione. Siccome l’idea non nasce già fatta,ma va fatta, per eseguirla bisogna provare e riprovare in tridimensionale.

Per questo è utile lavorare in “piccole” dimensioni . Insomma, usare l’argilla come un foglio di carta tridimensionale e le mani al posto della matita. A quel punto la cosa più difficile è sviluppare la forma, sia essa figurativa o astratta.

Il mio contributo quindi, se da un lato è tecnico, ancor più utile è nel sostenere l’ allievo a far si che la forma aderisca all’ idea. Considerando però che ognuno è diverso dall’ altro, lungi da me clonare le mie idee negli studenti, aiuto ciascuno ad andare nella sua direzione originale.

In breve, questo è il mio modo d’insegnare. Marco Zeno